LE REGIONI

LE REGIONI
Lo stato liberale era uno stato unitario, dunque la tradizione dello stato Italiano non è nè federalista nè regionalista. Dunque fino al fascismo c'è stato pochissimo decentramento, l'unica cosa che rimaneva era la storia precedente in cui i comuni italiani avevano avuto un ruolo molto rilevante.
Al tempo del fascismo, il poco di autonomia territoria dello Statuto Albertino, ossia i comuni, viene azzerata > i comuni sono sostituite dai podestà di nomina regia.
Dunque lo scenario italiano era poco propenso a riconoscere particolari autonomie > no federalismo. Inoltre ai tempi della Cost esistevano solo due tipi di stati
- stati unitari
- stati federali (es Usa, Svizzera, Germania)
Non esisteva ancora la via intermendia dello stato regionale.
Da un punto di vista politico, l'ideologia della DC era tendenzialmente favorevole al riconoscimento di un più o meno rilevante potere alle autonomie territoriali. Diversamente la sx con PCI e PSI non era favorevole ad un forte decentramento, perchè nella loro ideologia quello che doveva esserci era uno stato forte per rifondare la società, l'economia, i rapporti tra le persone. I liberali, data l'esperienza dello statuto albertino, erano contrari al decentramento (nello Statuto non esistevano le regioni).
Inoltre durante i lavori della costituente c'erano delle realtà in Italia che hanno molto influenzato la scelta finale dei costituenti. Se non avessero concesso autonomia ad alcuen regioni si sarebbe rischiata la disintegrazione dell'Italia. Serviva quindi un'autonomia speciale che permettesse anche di avere una lingua propria
- Sicilia > territorio dove i moti indipendentisti avevano un grosso seguito.
es. strage di Portella della Ginestra avvenne il 1° maggio del 1947 ossia durante i lavori della AC.
- Sardegna > isola, lingua propria
- Alto Adige > lingua diversa > desiderio di un'autonomia speciale per salvaguardare le esigenze
della lingua diversa > separatismo linguistico
- Valle D'Aosta > problema della lingua
- Questione di Triesta > al tempo dell'assemblea costituente Trieste era separata in due e l'Italia non aveva competenza su nessuna delle due parti.
- non vollero uno stato federale perchè l'Italia era da troppo poco tempo uno stato unitario, c'era il rischio di disintegrarsi
- non vollero uno stato unitario, perchè c'erano delle realtà da tenere in considerazione, si sarebbe nuovamente rischiata l'unità
- SCELSERO UN NUOVO TIPO DI STATO > LO STATO REGIONALE > è una nuova forma, letteralmente inventata dai costituenti perchè lo stato regionale non esisteva al mondo, se non in
modo un po' vago in Spagna
Inoltre le aspettative dei costituenti non furono poche: nel riconoscere le regioni (un po' ordinarie, un po' speciali) non bisogna creare dei nuovi piccoli stati, ma le regioni servono per risolvere i problemi concreti delle autonomie e per dare un nuovo volto allo stato nel suo complesso, a dare respiro allo stato, allenviando la burocrazia statale > si creano altri organi eletti dai cittadini, più vicini ai cittadini = tuttavia all'epoca non si parlava ancora di sussidiarietà.
Tuttavia le regioni ordinarie, malgrado fossero previste in costituzione, nacquero solo nel 1970. Infatti in costituente l'atteggiamento della DC era favorevole, quello della sx contrario. Dopo l'entrata in vigore della cost però la DC cambiò la propria visione delle autonomie perchè immaginava che in alcune realtà italiane i comunisti potevano prendere il potere, ossia nelle regioni rosse con forte tradizione comunista. Se i comunisti avessero avuto il potere nelle regioni, la DC non avrebbe più ricevuto i soldi del piano Marshall. Invece i comunisti vedevano nelle regioni l'unico modo per accedere al potere, siccome erano consapevoli di non riuscire a prendere il potere nel governo centrale.
Nel 1970 però iniziano i governi di Aldo Moro, ossia dei governi di centro sx. In questo periodo nascono le regioni grazie
- LEGGE ELETTORALE DEI CONSIGLI REGIONALI
- LEGGE FINANZIARIA DELLE REGIONI
Queste due leggi erano fondamentali per permettera la nascita effettiva delle regioni ordinarie. Quando nascono le regioni ordinarie riprendono corpo gli argomenti dei costituenti per favorire le regioni
- maggiore democraticità
- maggiore efficienza
- nuova classe politica
- legge elettorale
- legge di bilancio
- trasferimento di funzioni (1972) e di personale (1977). Tuttavia i trasferimenti furono molto limitati.
Subito si notò che non avveniva un grande cambiamento > tutto quello che avveniva nelle regioni era persino peggio di quello che succedeva a livello statale (governi breve, classe politica litigiosa...) ma soprattutto non si riuscì a creare una vera e propria classe politica regionale autonoma da quella statale, che era il presupposto per un buon regionalismo. Questo perchè i partiti politici non si strutturarono autonomamente, ma erano legati ai partiti nazionali. Questo implica la mancanza di risultati, perchè se la classe politica non è autonoma da quella nazionale non si batte per difendere le esigenze dell'autonomia ma di quelle del partito. Addirittura le uniche due forme di regionalismo che hanno raggiunto alti libelli sono quelle dove la classe politica regionale è molto forte e autonoma da quella statale > es Alto Adige (Suedtiroler Volkspartei) e in parte Valle d'Aosta = ci sono dei partiti che fanno gli interessi della regione. Il problema maggiore del regionalismo è quindi L'INCAPACITA' DI CREARE UNA CLASSE POLITICA AUTONOMA CAPACE DI DIFENDERE LA AUTONOMIE TERRITORIALI.
La vera svolta in questo percorso si ebbe con TANGENTOPOLI, che fu un fenomeno che prima di tutto colpì i comuni e le regioni. Infatti dopo Tangentopoli vennero approvate due leggi che cambiarono il volto del regionalismo
- 1993 ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO DEI COMUNI
- 1995 ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
Nascono quindi i cosiddetti sindaci d'Italia, ossia persone che hanno ricevuto la legittimazione popolare, e i governatori al livello regionali. Siccome avevano legittimazione tramire elezione diretta, le regioni volevano maggiori funzioni
1997 RIFORME BASSANINI > vengono date consistenti funzioni tanto alle regioni quanto ai comuni, proprio per via della loro maggiore legittimazione democratico-politica ottenuta con il voto diretto
1999 viene messo in Cost il PRINCIPIO DELL'ELEZIONE DIRETTA DEL PRES DELLA GIUNTA REGIONALE
2001 RIFORMA DEL TITOLO V, basata sulla Riforma Bassanini
Le due riforme costituzionali sono state quindi una costituzionalizzazione delle riforme, poichè vi era troppa distanza tra la realtà (ossia i nuovi poteri delle autonomie territoriali) e la costituzione. Normalmente è la realtà che si deve adeguare alla cost, non viceversa. Nel 1999 e nel 2001 ci furono poche obiezioni, soprattutto da parte delle regioni, perchè vedevano una costituzionalizzazione delle competenze ottenute negli anni precedenti.
2016 riforma della riforma > ridare allo stato delle competenze date alle regioni.
RIPARTIZIONE DI COMPETENZE LEGISLATIVE-AMMINISTRATIVE
- 1948 TITOLO V >
art 117 prevede un meccanismo di ripartizione delle competenze legislative
- elenco di COMPETENZE LEGISLATIVE CONCORRENTI = spetta alle regioni fare leggi ma all'interno di principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello stato. Tuttavia non si tratta di materie molto importanti. Sono 17 materie
+ CLAUSULA REDISUALE =Quello che non è tra le materie di competenza concorrente è di competenza statale.
Art 118 principio di parallelismo = dove la regione ha competenza legislativa ha anche competenza amministrativa
A partire dagli anni 70 si inizia a pensare
- che è sbagliato che sia lo stato a decidere nello stesso modo per tutti perchè ci sono condizioni diverse, esigente territoriali diverse. Es caccia, scuola...
- che è sbagliato che le leggi che riguardano piccoli ambiti non siano autonome ma espressione della classe politica statale
- situazione confusa in alcune delle 17 materie > in molti casi la CC ha sviluppato una giurisprudenza per la situazione > le regioni approvano leggi in quelle materie, lo stato le impugna perchè dice
che la regione lede la competenza statale. La CC la maggior parte delle volte dà ragione allo stato perchè possono esistere delle esigenze che non sono territorialmente frazionabili.
Prima delle riforma Bassanini, la forma di govermo regionale era identica a quella statale, ma ancora più parlamentare. Si eleggevano il consigliore comunale e il consiglio regionale i quali al proprio interno nominavano il sindaco e il presidente della giunta regionale. Questo sistema portò a instabilità degli esecutivi esattamente come a livello statale. Con tangentopoli la situazione divenne insostenibile e si volle restituire lo scettro al principe, ossia al popolo. Per questo si scelse l'elezione diretta. INTRODUZIONE DI FORME DI GOV PRESIDENZIALI IN FORMA DI GOV PARLAMENTARE.
Solo con la riforma Bassanini si risolve la situazione
- Elezione diretta del vertice, del consiglio comunale e regionale
- Sindaco e pres del cons regionale nominano e revocano gli assessori perchè sono legittimati dal voto popolare
- La morte, l'impedimento permanente, le dimissioni e la sfiducia del presidente della giunta regionale provocano non solo la fine del presiedente regionale ma anche lo scioglimento automatico del consiglio regionale/comunale. Questo fa sì che i consigli regionali/comunali non
diano la sfiducia perchè altrimenti decadrebbe tutto il consiglio, questo ovviamente riduce il potere del consiglio.
RIFORMA DEL TITOLO V = la riforma più ampia che sia mai stata fatta in Italia, perchè modificava il 10%
della cost. La riforma cost del 2016 cerca di supplire alcune problematiche nate dopo la riforma del 2001.
1997 LEGGI BASSANINI > sono il più ampio trasferiemtn di funzioni dallo stato alle regioni. Sono importanti
perchè la riforma del 2001 le costituzionalizza.
Con queste leggi
- trasferimento poteri dallo stato alle regioni
- introduzione per la prima volta nel nostro ordinamento il PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA' , che era una sorta di travolgimento dell'originale Titolo V che prevedeva il principio del parallelismo
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA' >
SUSSIDIARIETA' VERTICALE > tutte le funzioni amministrative spettano ai comuni, ossia gli enti più vicini e controllabili dai cittadini. La sussidiarietà quindi ha una matrice democratica, permette un maggiore controllo da parte dei cittadini.
Tuttavia nella realtà italiana ci sono 8000 comuni, i quali nel 75% dei casi hanno meno di 3000 abitanti. Le piccole dimensioni dei comuni fanno sì che sia impensabile chiedere a comuni di piccole dimensioni di trattare tutte le funzioni amministrative. Quindi la sussidiarietà ha al suo interno anche la necessità di efficieza > quindi per esigenze unitarie alcune funzioni possono essere attribuite a province, regioni e addirittura allo stato.
SUSSIDIARIETA' ORIZZONTALE > invece di distribuire le competenze verticalmente tra enti, in questo caso le funzioni di interesse generale possono essere trasferite dal pubblico al privato.
Problema: secondo l'art 118 gli enti pubblici favoriscono gli enti privati per lo svolgimento di attività di interesse generale. Tuttavia la nostra cost si basa su una radicale rivoluzione per l'intervento dei pubblci poteri, come dice l'articolo 3. Infatti l'articolo 3 dà un indirizzo diverso dalla sussidiarietà orizzontale, perchè dice che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della personalità del cittadino (welfare state). Ma se lo stato che dovrebbe intervenire favorisce l'autonoma iniziativa dei privati, non inserisce un principio opposto, ma un principio che comunque stride con il principio di uguaglianza, perchè il privato seguirà la logica del mercato nella sua azione, non la logica dell'eguaglianza sostanziale tra i i cittadini.
Tuttavia se la sussidiarietà orizzontale riguarda ambiti dove non ci sono grandi differenze tra l'azione pubblica e privata non crea problemi. Ma se l'intervento privato riguarda istruzione o sanità potrebbero avere la precedenza i cittadini più ricchi.
La riforma del Titolo V non venne molto criticato, ma anzi venne ben accettato perchè la legislazione ordinaria era troppo lontana dalla costituzione > anche se in realtà se una legge è diversa dalla cost bisognerebbe cambiare la legge.
RIFORMA COSTITUZIONALE DEL 2016
E' una sorta di riforma della riforma del 2001.
Nella cost del 48 c'era un elenco di 17 competenze regionali di tipo concorrente (lo stato poneva i principi fondamentali), il resto era di competenza statale.
Nella riforma del titolo V si ribalta la situazione a favore delle regioni. Il nuovo articolo 117 dice che
- le regioni hanno competenza legislativa di tipo concorrente in un nuovo elenco di circa 15 materie
- lo stato ha competenza legislativa esclusiva in circa 20 mateire
- tutte le altre materie spettano alle regioni (situazione simile agli stati federali, nati di solito dall'unione di altri stati che quindi vogliono autonomia in determinate materie)
Ne è conseguito un teorico incremento della potestà legislativa regionale. In pratica però la situazione
- dipende dalle materie perchè in alcuni casi è possibile che lo stato invada le competenze regionali
- materie talvolta poco chiare e problematiche perchè trasversali. Es la tutela della concorrenza che si espande anche in ambiti regionali come il commercio. Questo ha portato a numerosi ricorsi davanti alla CC, vinti dallo stato.
- Nel titolo V era stato tolto l'interesse nazionale (che dà la possibilità allo stato di intervenire ovunque), ma la CC ha fatto rinascere l'interesse nazionale per la risoluzione di molti conflitti di attribuzione
- ci sono inoltre delle materie che sembrano quasi essere nel posto sbagliato > es le grandi opere nazionali sono materia di competenza regionale.
Con la riforma costituzionale vengono eliminate le competenze concorrenti, che hanno causato troppi ricorsi davanti alla CC. Nella riforma quindi ci sono solo competenze statali e competenze esclusivamente
regionali. Le competenze che sono concorrenti sono state suddivise tra regioni e stato. Per quelle che vengono date allo stato però lo stato può indicare solamente i principi fondamentali.
Tuttavia a fronte ci un maggiore accentramento è stato creato un senato federale, che farà in modo che le leggi statali siano in orgine più rispettose delle autonomie territoriali.
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